lunedì 15 ottobre 2007

Sicilia: primarie a confronto


LA REPUBBLICA PALERMO - MERCOLEDÌ, 10 OTTOBRE 2007
Pagina XII
La partecipazione elettorale alle primarie del 14 ottobre
FRANCESCO PALAZZO




Quanti andranno a votare per le primarie del Pd in Sicilia? I precedenti raffrontabili, molto parzialmente, hanno fornito numeri di tutto rispetto. Ci riferiamo alla grande mobilitazione che, nell´ottobre del 2005, confermò anche nella nostra regione la candidatura di Romano Prodi quale premier designato a concorrere per la guida del Paese. E pensiamo alle primarie di qualche mese dopo, che a dicembre proclamarono Rita Borsellino quale sfidante di Cuffaro per il governo della Regione. Prima di procedere, lunedì, alle comparazioni del giorno dopo, è necessaria qualche considerazione preliminare. Va evidenziata, intanto, la differenza qualitativa dei due eventi del 2005 rispetto a quello che si celebrerà tra pochi giorni. In quei casi c´erano elezioni imminenti, le regionali e le nazionali pochi mesi dopo. Le primarie quindi rivestivano il ruolo che di solito a esse si attribuisce, ossia individuare il candidato della coalizione per la sfida delle urne. Domenica, non essendoci scadenze elettorali immediate, ci si troverà di fronte a delle vere e proprie elezioni dirette dei segretari regionali, di quello nazionale e delle assemblee costituenti del partito democratico. Chiamarle primarie è forse eccessivo. Quando si voterà per la Regione e per le Politiche, e ancor prima per le provinciali del 2008, si dovrà procedere a una nuova conta interna che dovrà riguardare tutto il centrosinistra. In quel momento potremo tornare a parlare di elezione primaria. Se quello di domenica sarà qualitativamente un appuntamento diverso rispetto ai precedenti che hanno riguardato l´intera regione, stessa cosa si può dire se consideriamo l´aspetto quantitativo. Il 15 ottobre, infatti, sarà impossibile paragonare i quasi 400 mila che inondarono le primarie del 2005 al numero che conosceremo dopo le operazioni di spoglio. E sarà impossibile per almeno due motivi: il primo numerico, il secondo politico. Quello più convincente è rappresentato, banalmente, dal fatto che nel 2005 erano tutti i partiti dell´Unione a essere chiamati in causa. La mobilitazione fu dunque maggiore di quella che Democratici di sinistra e Margherita saranno in grado ora di mettere in campo. Peraltro nei Ds mancherà un pezzo di partito che si è chiamato fuori dal Pd, e la Sicilia in tal senso ha stabilito un record. Il secondo motivo, più politico, riguarda la circostanza che alle primarie del 2005 si arrivò sulle ali di un entusiasmo partecipativo di massa. Che domenica mancherà o sarà presente solo in parte e riguarderà in sostanza lo zoccolo duro dell´elettorato di riferimento dei due partiti, più qualche folata di società esterna. E l´entusiasmo non ci sarà, se guardiamo alla Sicilia, ma non costituiamo un´eccezione, non tanto per la composizione delle liste bloccate, ma per le modalità escludenti con cui si è arrivati alle due candidature per la segreteria regionale. In questi giorni esponenti di Ds e Margherita tentano giustamente di motivare in extremis la fascia più affezionata di elettorato. E questo appare certo un compito difficile. Abbiamo l´impressione che l´intero processo, pur in ritardo di una decina d´anni, si sia infine attivato in una maniera abbastanza verticistica e fulminea, difficilmente comprensibile per i fedelissimi dei due partiti. Che magari varcheranno in maggioranza i gazebo, ma li immaginiamo più storditi che persuasi. I tantissimi esterni che potevano sentirsi attratti dal nuovo percorso, navigano invece in un misto di diffidenza e disillusione. Il rischio è che questi ultimi disertino l´importante appuntamento. In alcuni, a quanto risulta, comincia a farsi spazio un´idea particolare di esercizio del voto. Consistente nell´andare, sì, a votare, per sottolineare comunque la condivisione di massima dell´intera operazione. Ma segnando nella scheda il proprio nome, per sottolineare che dal 15 ottobre è necessario cambiare registro nel coinvolgimento diffuso e vero di quanti vogliono avere piena cittadinanza nel Pd. Al di là delle valutazioni su questa possibile protesta, un fatto è certo. Dopo le primarie il Pd siciliano dovrà affrontare il problema di un maggiore coinvolgimento degli elettori nelle sue scelte.

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