mercoledì 20 febbraio 2008

La candidatura di Miccichè in Sicilia. Si può fare?


REPUBBLICA PALERMO - MERCOLEDÌ, 20 FEBBRAIO 2008

Pagina XI

La resistenza dell´ex leader forzista

FRANCESCO PALAZZO


Nel panorama politico siciliano post Cuffaro, la novità vera nell´ambito del centrodestra, e in un certo senso in assoluto anche riguardo al centrosinistra, è la volontà di Gianfranco Miccichè di candidarsi per ricoprire la poltrona più alta di Palazzo d´Orleans. Un proposito confermato e fattosi sempre più determinato giorno dopo giorno. Al punto che, vista la disponibilità dell´Udc siciliana di appoggiare Lombardo e quella di Miccichè di non recedere dalle sue intenzioni in presenza del partito di Casini nella coalizione siciliana, appare una cocente sconfitta per l´ultimo presidente dell´assemblea regionale un passo indietro dell´ultimo minuto. Peraltro determinato dai centri di potere romani del suo partito, che sacrifica l´autore del 61 a 0 del 2001 sull´altare del risultato delle politiche nazionali che torna a farsi incerto, o non più tanto sicuro, dopo la decisione dell´Udc di correre da sola alle politiche. L´argomento potrebbe interessare i siciliani e le siciliane perché, al contrario di quanto si possa pensare frequentando i più affollati luoghi comuni della politica siciliana, fatti più di taglio e cucito che di certezze, quella di Miccichè ci parrebbe, o ci sarebbe parso, come un autentico tentativo di discontinuità rispetto alle politiche che il centrodestra ha incarnato dal 2001 nell´isola. Allo stesso modo, ci sembrava non di poco momento il nome avanzato in un primo momento, e subito ritirato, di Stefania Prestigiacomo. O quello dello stesso coordinatore regionale Angelo Alfano. Del resto, Miccichè, Prestigiacomo e Alfano non sono i soli nomi spendibili dall´ex Forza Italia in Sicilia. Della partita, tra gli altri, poteva essere, e non ricordiamo se la sua candidatura sia venuta fuori in qualche frangente nelle ultime settimane, pure il senatore Carlo Vizzini, che negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di moralizzazione della vita politica siciliana. Insomma, il partito forte dell´isola aveva al suo arco alcune frecce non proprio secondarie per porre, autorevolmente e legittimamente, il proprio cappello sulla poltrona più alta della politica siciliana. Ora è rimasto il solo Miccichè, che al momento in cui scriviamo ancora resiste e il cui frequentatissimo blog rivela che la sua candidatura ha (o poteva avere nel momento in cui leggete) qualche seguito anche all´esterno del Partito delle libertà. Forse ci sbagliamo clamorosamente, ma leggendo quello che Miccichè scrive e dice, ci pare che il suo desiderio di cambiamento possa essere accreditato seriamente, senza retropensieri o chissà quali dietrologie. Perché non riconoscere che in ambedue gli schieramenti in campo possono esserci delle aspirazioni non disprezzabili di modernizzazione della nostra regione? Così com´è corretto rilevare che, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra, vi siano delle forze obiettivamente conservatrici dell´esistente, pur professando amore sviscerato per l´autonomismo da un lato, o, dall´altro, rivendicando percorsi non del tutto chiari di democrazia partecipata. Forse per una parte del centrodestra, anche mancante del Movimento per l´autonomia e dell´Udc (che probabilmente sostenendo Lombardo alle condizioni date e abbandonando l´ipotesi di un proprio nome per la presidenza, s´indebolisce ancora di più), era il caso di andare a vedere le carte di Miccichè sperimentando sino in fondo la sua voglia di esserci. Invece sembra ormai certo che da quelle parti ci sorbiremo la stessa minestra di prima. Quella degli ultimi sette anni di governo, che difficilmente ricorderemo per qualcosa di positivo. Ma questa volta la pietanza sarà riscaldata e rimasticata secondo criteri spartitori ben più saldi. E quindi si rivelerà ancora più immangiabile per tutti. E allora, se egli non ha già desistito definitivamente, diremmo a Miccichè di provarci lo stesso. Forse anche per lui, utilizzando lo slogan veltroniano, si può fare.

1 commento:

  1. micciche si e fatto fare le scarpe da berlusca che schifo

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