sabato 26 aprile 2008

Centrosinistra in Sicilia: il timone ai più votati


LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO 26 APRILE 2008

Pagina XXIII
CANDIDATURE DEL PD, IN CAMPO I PIÙ VOTATI
Per le prossime amministrative il centrosinistra faccia compiere le scelte a coloro che sono già stati promossi alle urne
FRANCESCO PALAZZO


Il centrosinistra ricomincia dopo l´umiliante sconfitta alle regionali in vista delle elezioni di giugno. L´intendimento del Partito democratico, oltre che organizzare un´assemblea per meta maggio, è quello di candidare i dirigenti. Italia dei valori e l´ex Sinistra arcobaleno vogliono riaffidarsi alle primarie, per individuare i candidati presidenti e sindaci per le otto province e per i centoquarantacinque comuni in cui si voterà. Nel frattempo Rifondazione comunista e Comunisti italiani hanno deciso di rispolverare la falce e il martello, simbolo che, come sappiamo, in Sicilia trascina da sempre consensi a palate. Stesso ritorno al passato annunciano i Verdi. La Sinistra democratica, ossia il pezzo degli ex Ds che non ha aderito al Pd, si trova in mezzo al guado. Probabilmente molti di quelli che la compongono, svanita al momento la possibilità di costruire qualcosa a sinistra, torneranno alla casa madre. Rita Borsellino prosegue - almeno per ora - con il movimento "Un´altra storia" e con i cantieri. Esperienze assolutamente di spessore. Che però sia nel 2006 sia alle elezioni regionali appena concluse, non hanno dimostrato di essere la soluzione al vero problema del centrosinistra, costituito dal presentare sempre liste complessivamente molto deboli. Per tentare una qualche reazione c´è bisogno di incrementare da subito il bagaglio dei consensi. Ci vogliono i voti e per ottenerli il centrosinistra non può andare, come sta cominciando a fare, in ordine sparso. Non è facile, del resto, metabolizzare un tracollo come quello appena subito. Ci vorrebbe più tempo e di tempo non ce n´è. Già il Popolo delle libertà, l´Udc di Cuffaro-Casini e gli autonomisti, sicuri di rivincere con percentuali stratosferiche, hanno cominciato a spartirsi non le candidature, ma direttamente le presidenze delle province. Allora bisogna capire se i rimedi che i pezzi del centrosinistra siciliano mettono sul piatto della politica servono alla bisogna. Per rispondere a tale punto di domanda può servire una banale riflessione. Ormai i partiti sono dei contenitori elettorali. Più che gli iscritti, la cui mobilitazione propagandistica è circoscritta alle campagne elettorali, contano i candidati più accreditati e, ancor più, gli eletti nelle assemblee rappresentative. Nel recentissimo voto regionale, in ogni provincia, nel Partito democratico, nella Sinistra arcobaleno e in Italia dei valori, vi sono stati molti soggetti premiati dalle urne. Si trovano con le macchine elettorali ancora in movimento, diffusi contatti con la società siciliana, che li hanno portati a essere eletti o ad avere ottime affermazioni personali. Si affidino i partiti a questi individui. Facciano loro le liste e decidano le strategie migliori per la propaganda politica. Visto che sanno come fare, può essere che riescano a mettere in piedi dei percorsi elettorali, diversi per singola provincia, in grado di intercettare quello che in democrazia è il bene primario, ossia il gradimento del corpo elettorale. Per fare un´operazione di questo tipo non ci vuole molto, basta scorrere le liste per l´Assemblea regionale abbinate alle preferenze individuali, provincia per provincia e comune per comune. È un lavoro di qualche giorno, se non di poche ore. Dovrebbe essere chiaro a tutti, sia a coloro che saranno rappresentati a Palazzo dei Normanni, sia a quelli che ne sono rimasti fuori, che la dimensione della botta subita richiede provvedimenti urgenti e inediti. Per uscire dal baratro, non aiutano né le assemblee da psicoanalisi collettiva né il rispolverare vecchie strade. Non è utile nemmeno candidare i dirigenti di partito non in grado di portare valore aggiunto in termini di voti. Tantomeno serve agitare la carta delle primarie. Chi le propone dovrà convenire che già si sono svolte nei due giorni di aprile in cui si è votato, con una partecipazione che nessuna elezione primaria potrà mai eguagliare. Dal voto regionale va tratta la nuova classe dirigente. Solo coloro, e non sono pochi, che hanno il consenso dei siciliani hanno qualche chance per ricominciare. È molto probabile che con tale cambiamento di rotta si riesca a scorgere nella lunga notte del centrosinistra siciliano pure qualche alba.

Nessun commento:

Posta un commento