venerdì 18 luglio 2008

Commissione Antimafia Siciliana: cosa non è mai stata e come potrebbe diventare


LA REPUBBLICA PALERMO VENERDÌ 18 LUGLIO 2008

Pagina XIV
PALAZZO DEI NORMANNI A CHE SERVE L´ANTIMAFIA
FRANCESCO PALAZZO


La scorsa legislatura regionale, iniziata nel 2006, è stata particolare per tanti avvenimenti, primo tra tutti lo scioglimento anticipato dell´Assemblea regionale. Un altro record è stato determinato dall´assenza della Commissione parlamentare antimafia. All´inizio la presidenza fu offerta all´opposizione. Che rifiutò. Poi si assistette a un valzer di nomi di esponenti del centrodestra. Chi non aveva avuto un assessorato o un incarico di peso doveva essere accontentato. Poiché quelli da accontentare erano parecchi, ci s´incartò per alcuni mesi. Poi, nella evidentemente implicita considerazione che la mafia non costituisce in fondo un problema per questa regione, calò il silenzio. Quindi il buio. Per tanti motivi. Non ultima la circostanza che la Commissione antimafia è vista come sostanzialmente inutile. E tale si è, in effetti, dimostrata nel tempo. Principalmente perché è mancata la volontà politica per farla diventare qualcosa di significativo. E quando una cosa rasenta l´inutilità, piuttosto che migliorala è meglio cancellarla. E la proposta c´è pure stata. Per dirla tutta, nei due anni della legislatura precedente qualche disegno di legge, che tendeva ad una radicale modifica dei compiti e del funzionamento della commissione, è stato presentato. Ma il parlamento regionale non ebbe il tempo, oltre che la voglia, di andare oltre. Nella legislatura appena iniziata si è invece, almeno dal punto di vista temporale, partiti con il piede giusto. La commissione è già formata dall´inizio di luglio e la presidenza è stata proposta nuovamente a un esponente dell´opposizione. Che questa volta, secondo noi opportunamente, ha accettato. Non vorremmo sbagliarci, ma dovrebbe essere la prima volta che l´opposizione riveste tale carica. Ne abbiamo avuto notizia attraverso brevi di cronaca nei maggiori quotidiani. Segno che tale istituzione è ridotta davvero ai minimi termini. Non sappiamo il perché questa volta la situazione si sia sbloccata al sorgere della legislatura. Se c´era qualcosa da rivedere profondamente nella concezione di un simile organismo, era logico procedere alle modifiche, coinvolgendo nel percorso anche la società siciliana, e poi nominarne i membri. O forse è in previsione una discussione parlamentare a breve sull´argomento? Non sappiamo. Notiamo, intanto, dal sito dell´Assemblea regionale, che la commissione è relegata nel novero di quelle «speciali» (sono due, oltre l´antimafia abbiamo quella che si occupa della revisione e attuazione dello statuto regionale). Il termine speciale rimanda, intuiamo, al fatto che la mafia è vista non come un fatto strutturale e di lunga durata della storia siciliana, tale perciò da meritare una commissione permanente e di primo livello nel luogo istituzionalmente più importante della politica siciliana, ma come un fenomeno anch´esso evidentemente speciale, quasi un accidente della storia siciliana. Del quale ogni cinque anni va riverificata l´esistenza in vita, per capire se merita ancora la sgangherata commissione che sinora abbiamo conosciuto. Cambieranno le cose a partire dalla legislatura appena iniziata? Vedremo. Vorremmo sperare che la nuova commissione senta subito l´esigenza di mettere in calendario una serie di audizioni che coinvolgano partiti, associazioni, singoli studiosi, centri studi, chiese, scuole e quant´altro si muove, o dovrebbe muoversi, nell´ambito dell´antimafia. Che allacci, insomma, contatti non episodici con la società siciliana. Il mandato dell´organismo, apprendiamo dal sito dell´Ars - che dedica uno spazio striminzito all´antimafia, che meriterebbe almeno un sito a parte - con il poco storico che c´è consultabile da tutti, è quello di «vigilare e indagare sulle attività dell´amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo, sulla destinazione dei finanziamenti erogati e sugli appalti e di assumere ogni altra iniziativa di indagine e proposta per il migliore esercizio delle potestà regionali in ordine al fenomeno mafioso in Sicilia». Come si vede, un compito sterminato. Che attende solo chi ha voglia di mettersi al lavoro, con la volontà di trasformare, se sono veri i proclami antimafia del mondo partitico siciliano, una cenerentola istituzionale in una postazione di prima grandezza della politica siciliana.

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