mercoledì 25 febbraio 2009

Le due chiese



LA REPUBBLICA PALERMO MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2009

Pagina XVII
CHIESA E DEMOCRAZIA UN NODO IRRISOLTO
FRANCESCO PALAZZO





Quando si parla di Chiesa cattolica siciliana, ma il discorso vale per l´intero Paese, ci si presentano davanti diversi scenari. Spesso del tutto dissimili tra loro. Tanto che ci si potrebbe chiedere come fanno a convivere sotto lo stesso tetto. Noi dobbiamo capire quali aspetti sono maggioritari e quali rispecchiano percorsi di minoranze. Prendiamo due esempi. Il primo è un insieme di casi ascoltati o visti negli ultimi mesi. Durante un pranzo, una commensale riferiva di un parroco della provincia di Palermo che si è rifiutato categoricamente di battezzare una bimba. I genitori, anziché protestare pubblicamente, hanno alzato i tacchi e hanno risolto in città il loro problema. Cosa aveva la piccola che non andava? Apparteneva, per caso, a una famiglia mafiosa o era la rampolla di una dinastia di politici corrotti del luogo? Niente di tutto questo. Quando mai la Chiesa ha rifiutato, per simili motivi, la celebrazione di un sacramento? Il motivo del diniego è più banale. I genitori avevano deciso di darle un nome non gradito al ministro di Dio in questione. Negare il nome è come disconoscere l´identità, la vita stessa, di un essere umano. È più grave scoprire le abitudini sessuali di un sacerdote, oppure questo atteggiamento violento? Fate voi. Sempre in provincia, prima dell´«andate in pace», un parroco ha avvertito, paonazzo, che per quella volta, a quella ragazza vestita in modo per lui succinto, aveva dato la comunione. Ma, che lo si dicesse ai familiari, la prossima volta avrebbe opposto un rifiuto. Quest´episodio fa il paio con una scritta letta nella cappella del cimitero dei Rotoli: «È vietato accostarsi all´eucaristia con il ventre scoperto e altri indumenti indecorosi». Un altro sacerdote bolla il tesserino ai ragazzi e alle ragazze che si presentano, a quanto pare non con molta voglia se c´è bisogno del timbro, alla messa domenicale. Inoltre ci sono donne, e qui passiamo all´ultimo caso, che se vanno in chiesa da sole, senza il marito d´ordinanza, sono additate, senza giri di parole, come vedove direttamente dall´altare. Di preti come questi, che agiscono indisturbati, sia dalla gerarchia sia dal popolo dei fedeli, quanti ce ne sono nella Chiesa? Non pochi, da quel che sentiamo. La casistica potrebbe ampliarsi. Così come sono tanti coloro che concepiscono il loro ruolo di cattolici praticanti come quello di semplici esecutori di ammonimenti provenienti dall´altare. La gerarchia diocesana lo sa bene e infatti, quando si tratta di sostituire i parroci, ed è cronaca di questi giorni, non fa pesare più di tanto il parere delle comunità cristiane. Veniamo al secondo esempio e a un´altra tipologia di Chiesa. Le cronache ci informano che nella rettoria di San Francesco Saverio, all´Albergheria, si è svolto recentemente, dopo la drammatica vicenda di Eluana Englaro, un referendum sul testamento biologico. In passato era stato sottoposto ai fedeli quello sul celibato dei preti. Cosimo Scordato, il sacerdote-teologo che ha promosso assieme ad altri le due iniziative, ha sottolineato come sia giusto che su questi, come su altri argomenti delicati, anchenella Chiesa si svolga una libera discussione. La stessa cosa è avvenuta in un´altra parrocchia di Palermo. Non rimane che riagganciarci alla domanda iniziale. Quale percentuale della Chiesa attuale rappresentano i preti censori e i fedeli ubbidienti per timidezza e indifferenza? E quale spaccato quantitativo della stessa Chiesa è rappresentato dai sacerdoti democratici e dai credenti che vogliono potersi esprimersi su temi importanti e spinosi? Ognuno può dare la risposta che corrisponde alle proprie esperienze attuali e passate. Per parte nostra, ci pare che la Chiesa dei califfi e dei sudditi è oggi, e non sappiamo ancora per quanto tempo, ampiamente rappresentativa, accettata, ricercata e apprezzata. La Chiesa democratica, ovvero i luoghi dove si prova a dare dignità al dettato evangelico e a coloro che lo seguono, più o meno coerentemente, nelle loro vite, è ancora, oltre che largamente ininfluente sulle decisioni importanti della Chiesa stessa, abbondantemente minoritaria e riservata, non per sua colpa, veramente a pochissimi.

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