venerdì 17 luglio 2009

Santa Rosalia, i due sindaci

LA REPUBBLICA PALERMO - VENERDÌ 17 LUGLIO 2009
Pagina XIV
ERRORE DEL SINDACO SU SANTA ROSALIA
Francesco Palazzo

Signor Sindaco, ormai è andata. Il festino 2009 è stato archiviato. Lei ha deciso di non partecipare il 14 sera. Se il suo non salire sul carro di Santa Rosalia, gridando "Viva Palermo e Santa Rosalia", poteva essere visto lo scorso anno come un segno apprezzabile di laicità, il mancare questa volta completamente alla manifestazione può essere considerato come un segno di resa. Lei temeva che la sua semplice presenza potesse essere, come già nel 2008, il catalizzatore di varie proteste. Ma il problema è la forma, il momento, delle rimostranze dei cittadini, o la sostanza che sta dietro ai tanti malesseri che stanno spaccando in mille pezzi Palermo? Dovrebbe riflettere su questo. Nell´era orlandiana, è stato lo stesso ex sindaco a ricordarlo nei giorni scorsi nell´aula consiliare, la serata della festa laica dedicata a Rosalia, segnava, insieme a quella della santa, anche l´apoteosi del primo cittadino. Il quale, sapendo quanto il palermitano tiene alle celebrazioni della patrona, s´inventò la sua «acchianata» proprio sotto il Comune. Un gesto dove la politica e il populismo si mischiavano e plasticamente rappresentavano la capacità di un sindaco di mettere insieme l´anima popolare e quella borghese della città. E, infatti, entrambe le sensibilità accorrevano all´evento ascendente, tra il sacro e il profano, dell´orlandismo. In questo quadro stava tutta la forza elettorale dell´ex democristiano fondatore della Rete. E nel frantumarsi di esso sta la difficoltà del centrosinistra di tornare a guidare la politica cittadina. Ma oggi parliamo delle sue scelte sul fronte del Festino. Signor sindaco, la vita politica è fatta anche di simboli. Da tale punto di vista, può essere certo che ha perso un´occasione, probabilmente l´ultima, per riagganciarsi agli umori della comunità che amministra da nove anni. Avrebbe fatto meglio a ripensarci. Se fossero scattati alcuni fischi di contestazione nei suoi confronti, se qualcuno avesse inalberato qualche cartello contro la sua persona, non doveva pensare male. Si tratta di gente che la vuole aiutare, nell´ultima fase del suo secondo quinquennio, ad amministrare meglio Palermo. Non se la prenda. Ammetterà che questa città è un po´ lasciata a se stessa. Lo ha sottolineato durante la sua omelia anche lo stesso arcivescovo di Palermo. Che non fa certo parte di quella schiera che scende in piazza a protestare. Gestire una metropoli non è cosa semplice. Tuttavia, al suo esecutivo, alla maggioranza che lo sostiene o lo sosteneva, non venivano chiesti atti eroici. Al limite solo una banale ordinaria amministrazione. Che purtroppo sinora non c´è stata. Lei converrà su questo. È inutile ricordare alcuni passaggi come le Ztl, l´Amia o l´aumento della Tarsu. Aveva la possibilità, dopo l´annuncio di volere azzerare la sua giunta, alla quale certo lei stesso non darà un voto altissimo visto che la vuole cancellare, di presentarsi a questo Festino con una squadra di assessori nuovi di zecca, competenti e motivati. Invece è ancora fermo all´annuncio, pare che se ne parlerà ad agosto. Quanto può aspettare ancora Palermo? Questa fase, come le altre del resto, appare troppo condizionata dai partiti, dai posti che spettano a questi e a quegli altri. Essendo al suo secondo mandato, nessuno dovrebbe vincolarla più di tanto nella sua azione. E se qualcuno lo fa, ecco chi sono i suoi nemici. Non quelli che inveiscono pubblicamente e democraticamente contro il governo della città. Non sono tra coloro gli avversari di Palermo. Li cerchi altrove.

1 commento:

  1. Azzeccatissima l'analisi del passato e del presente.
    Eccellenti i passaggi, rel. a Orlando e ai limiti progettuali dell'attuale opposizione: (...) "la capacit... Visualizza altroà di un sindaco di mettere insieme l´anima popolare e quella borghese della città. E, infatti, entrambe le sensibilità accorrevano all´evento ascendente, tra il sacro e il profano, dell´orlandismo. In questo quadro stava tutta la forza elettorale dell´ex democristiano fondatore della Rete. E nel frantumarsi di esso sta la difficoltà del centrosinistra di tornare a guidare la politica cittadina."
    E, per Cammarata: (...) Questa fase, come le altre del resto, appare troppo condizionata dai partiti, dai posti che spettano a questi e a quegli altri.Essendo al suo secondo mandato, nessuno dovrebbe vincolarla più di tanto nella sua azione. E se qualcuno lo fa, ecco chi sono i suoi nemici. (...)
    ciao
    Maria D'Asaro

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