giovedì 13 agosto 2009

L'onore dei siciliani

LA REPUBBLICA PALERMO - MERCOLEDÌ 12 AGOSTO 2009
Pagina I
La partita sempre uguale intorno alla Sicilia offesa
Francesco Palazzo

Dobbiamo ammetterlo. Questa volta il boccone per la compagnia dei difensori del buon nome della Sicilia, sempre in allerta per cogliere anche un impercettibile movimento di fronda, era ghiotto. Non poteva sfuggire ai buongustai, alle buone forchette dell´onore perennemente ferito. Nella brochure di una catena alberghiera spagnola compare, nero su bianco, una tagliatina di faccia nei confronti del triangolo appoggiato sul Mediterraneo. E voi volevate, per giunta ad agosto, quando c´è poco da fare, con il Partito del Sud già archiviato, che i nostri amici rimanessero in silenzio? Ovviamente l´esca era pronta anche per noi, ai quali viene naturale insorgere a queste indignazioni stagionali con una reazione uguale e contraria. La partita, sia chiaro, è dura e impegnativa al massimo. Non sappiamo quando è iniziata. Probabilmente non finirà mai, o non terminerà presto. Nei ranghi di ambedue le squadre troviamo di tutto. Un mondo trasversale che pare non si calcoli tanto nei periodi di calma. Ma non è così. Si guardano a vista, le due formazioni, con l´udito teso e le armi della polemica (e della contropolemica) sempre pronte. Non appena è il momento, e qualche malcapitato sgarra, ecco dissotterrate le armi. Sempre pronte, lucide e oleate. In tali momenti, come dice il poeta, s´ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. Dove destra e sinistra sono soltanto posizioni geografiche, logistiche, e niente c´entrano con la configurazione topografica e ideologica dello schieramento politico. Che una volta si chiamava dell´arco costituzionale, oggi non sappiamo più come nominarla. Stavolta il richiamo, dicevamo, era potente. Neppure il solleone o lo scirocco potevano bloccarlo, tenerlo calmo, a cuccia. Quel «Sicilia, triangolo nel Mediterraneo, culla di Cosa nostra», immortalato in una brochure alberghiera, è un mortaretto scagliato in mezzo alle tante spinte di rinnovato autonomismo che serpeggiano, in questi ultimi tempi, tra le formazioni politiche che si fronteggiano in Sicilia. Volevate che non si scatenasse il putiferio, con richiesta di scuse formali, subito fornite dalla catena alberghiera? Quest´ultima, d´altra parte, oltre che difendere e non pregiudicare corposi interessi economici, avrà avuto un po´ di timore nel fronteggiare il fuoco di fila che subito si è alzato dalle contraeree della compagnia dei difensori. Il polverone sollevato è, altresì, un tric-trac lanciato tra le gambe di quanti, e forse non sono pochi, non sanno che farsene di autonomismi vari, di centrodestra o di centrosinistra poco importa. E vorrebbero, magari senza esagerare, una normale, ordinaria civiltà sociale e politica. Di quelle che si vedono abitualmente in giro in altre regioni italiane o fuori dal nostro Paese. E nelle ferie estive, avendo la possibilità di varcare più facilmente lo Stretto, ci si rende conto della differenza abissale che passa tra un onore difeso con cattive pratiche, ed è il nostro caso, e una moralità condita di grande decoro e utilizzo per la collettività dei fondi pubblici. Aspetti che caratterizzano società che si difendono con il loro presente e non facendo riferimento a un passato che, come siciliani, non sappiamo preservare. Che la Sicilia, oltre che culla della mafia, perciò non capiamo i rimbrotti furiosi verso la catena alberghiera, sia anche la progenitrice di tante altre cose positive, in primo luogo dell´antimafia, è un fatto certo. Come tuttavia possiamo custodire, promuovere e migliorare ciò che di buono siamo stati, se il nostro presente quotidiano è fatto di tante azioni, pubbliche e private, molto più gravi della brochure incriminata? Per dirla tutta, siamo un po´ stanchi della compagnia dei difensori. La prossima volta cercheremo di non reagire al loro cliché comunicativo e li faremo cuocere nel loro brodo. Perché, in fondo, siamo pure stanchi della nostra banale risposta, anch´essa sempre uguale. Scatenata da uno stimolo protettivo che non tutela la Sicilia, ma che vuole solo nascondere il sole con un dito.

Nessun commento:

Posta un commento