martedì 29 giugno 2010

PD, l'ora delle scelte chiare e comprensibili

Francesco Palazzo
Alla regione il balletto intorno al quarto governo si fa sempre più frenetico. Ogni giorno una dichiarazione, un passo avanti, uno indietro, e veti come se piovesse. Su tutto, ovviamente, il bene della Sicilia. Nell’Italia repubblicana, il ripostiglio di coloro che hanno agito per favorire questa terra, è pieno all’inverosimile. Ma c’è ancora, evidentemente, posto. Sembrano parole provenienti da un passato sin troppo remoto. La Sicilia vittima dei governi romani che hanno favorito e continuano a privilegiare il nord. E, questo, si badi bene, non da ieri, ma dall’unità d’Italia. Insomma, il mondo si muove veloce, la rete consente di estendere le conoscenze teoricamente all’infinito, e noi ancora a dibattere su Garibaldi e dintorni. Su quanto e come siamo stati offesi e cosa ci hanno tolto. Sarebbe materia di un convegno di storici. Invece è il vocabolario corrente della politica siciliana nel 2010. Ci nutriamo stancamente di Ottocento e Novecento, restando con la testa che guarda indietro perché non sappiamo come andare avanti. Senza mai lasciarci prendere dalla domanda fondamentale. Ma cosa pensano gli altri guardandoci in questo momento? Possono solo registrare quello che esce dal pentolone della politica siciliana. Sintetizzabile con una sola parola: emergenza. Tra città alla bancarotta, precari imbufaliti che premono, fondi europei non spesi o utilizzati male, rifiuti che si ammassano, amministrazioni immobili, soldi che si chiedono a Roma e che andranno ad alimentare stipendi e spesa corrente, dirigenti generali nominati senza neanche avere i titoli minimi, e perciò bocciati, una sanità che ha messo i conti a posto ma non ha di un millimetro migliorato la qualità dell’assistenza per i pazienti. E potremmo proseguire. La sensazione che si ha, sempre, più netta, è di una sostanziale mediocrità degli eletti. Questi ultimi, se analizziamo cosa accade alla regione in questa legislatura, e la politica regionale lo sappiamo influenza tutto il resto, appaiono più confusi che persuasi. Tre esecutivi e il quarto è sull’uscio, in due anni, è un record niente male. Nella tanto vituperata prima repubblica li avremmo chiamati governi balneari. Adesso, invece, coprono tutte le stagioni, evitando le mezze, che, come sappiamo, non ci sono più. L’opinione pubblica, nelle ultime settimane, è stata investita da formule diverse. Rispetto alle quali le famose convergenze parallele brillavano per chiarezza. Dal governo politico, l’unico licenziato dagli elettori, ma ormai è diventato un piccolo dettaglio, si è passati a un secondo e a un terzo governo in cui sono usciti pezzi della maggioranza, UDC e PDL lealista. Ora si transita, a giorni alterni, dal governo politico, a quello tecnico, per virare su quello dei competenti e poi planare su un’ipotesi istituzionale. Prima, però, affermano gli stessi protagonisti, occorre affrontare le emergenze che attanagliano la regione. E il metodo migliore per risolverle, le emergenze, appare quello di cambiare allegramente quattro squadre di assessori quando ancora non si è consumata nemmeno metà della legislatura. Le elezioni sono viste come il peggiore dei mali. Soprattutto dal Partito Democratico. Il quale si comporta come quei fidanzati che chiedono all’amata, dopo svariate delusioni, di fare di più e meglio. Non rendendosi conto di ciò che hanno davanti. Ora siamo all’invocazione, rivolta a Lombardo, che non è più possibile galleggiare. Come se, a parte qualche riforma scritta sulla sabbia, non si fosse fatto altro dall’inizio della legislatura. Ma cosa vogliono, i democratici, il disegnino con le indicazioni didascaliche? Ogni fase ha un suo inizio e un suo compimento. Occorre comprendere quando è il momento di spegnere la luce, senza lasciare che siano gli altri a lasciarti al buio. Il Partito Democratico ha interpretato la fine della maggioranza di centrodestra alla regione, nell’unico modo realmente possibile. Adesso rischia di innamorarsi di formule e formulette che faranno perdere quel poco di buono che si è fatto in questi ultimi mesi. E’ abbastanza evidente l’impossibilità, visto l’assetto politico attuale, di applicare le riforme approvate e di farne altre. Non ci potrà né un quarto governo, né un quindo o sesto. Bisogna avviare una nuova fase. E qui il PD dovrà averne, di coraggio. Dica chiaramente quello che tutti hanno capito. Che intende fare, con il movimento autonomista e qualche residua frangia del PDL Sicilia, un patto di legislatura. Verifichi chi ci sta del vecchio centrosinistra, Italia dei Valori in testa, e sottoponga, nella prossima primavera, il tutto al corpo elettorale. Sarà più semplice spiegare una scelta di questo tipo, che ingarbugliarsi stancamente in piroette politiche e verbali sempre più insipide e incomprensibili. Se il quarto governo Lombardo serve a preparare questo scenario, ha un senso. Altrimenti non si capisce più di cosa stiamo parlando.

domenica 27 giugno 2010

PD, uno spartito con troppe voci

LA REPUBBLICA PALERMO - DOMENICA 27 GIUGNO 2010
Pagina I
La trappola nascosta del neo milazzismo
Francesco Palazzo


Si è scritto, e detto, che in Sicilia saremmo di fronte a un nuovo milazzismo. Cioè quell´esperienza politica che andò da destra a sinistra della politica siciliana. Solo che quel tentativo fece davvero preoccupare l´assetto di potere democristiano che, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, era rappresentato da Amintore Fanfani, dominus del partito di maggioranza relativa. Si può dire che oggi sia la stessa cosa? Difficile sostenerlo. Se è vero, com´è vero, che l´operazione politica che sta nascendo intorno alla legislatura iniziata nel 2008, vede in cabina di regia proprio una parte di partito, il Pdl dei ribelli, che non ha mai davvero reciso i legami con il leader nazionale. In questo scenario, s´inscrive la vicenda che ha fatto entrare in travaglio il Partito democratico. La disputa è sull´autonomia da Roma. Dal naufragio della maggioranza di centrodestra, il Pd, senza essere costretto da qualche fax proveniente dalla capitale, ha deciso di appoggiare l´esecutivo senza maggioranza del presidente della Regione. Per approvare le riforme. Dopo averne messe alcune in cantiere, e in seguito al voto favorevole sulla finanziaria, strumento eminentemente politico sul quale da Roma errano arrivati inviti a procedere coi piedi di piombo, adesso si chiede autonomia. Se non è autonomia questa, cosa s´intende con questo termine? Ora il Pd sta trattando sulla nascita del quarto governo Lombardo. Lo stanno facendo, autonomamente, i dirigenti siciliani del partito. Il punto è forse un altro e chi ieri ha assistito all´affollata assemblea degli autonomisti democratici, se n´è reso conto. Ci troviamo di fronte a tanti partiti. Ogni leader, con appresso il suo seguito, ha in testa un Pd diverso. E non è che non ci siano stati i momenti in cui i democratici hanno provato a fare sintesi. A ottobre 2009 è stato eletto, con le primarie, il segretario regionale. Sono passati pochi mesi e si mette tutto in discussione. Si chiede un congresso straordinario o la celebrazione di un referendum tra gli iscritti. Pare che la maggioranza che nel 2009 ha eletto il segretario, adesso sia minoranza. Da una parte e dall´altra ci si lancia l´accusa di scissionismo. La parte che più appoggia l´azione dell´esecutivo regionale, afferma che bisogna andare avanti. Contemporaneamente sostiene che il governo attuale non è adeguato. Quindi ce ne vuole un quarto, e poi forse un quinto o un sesto. Chiediamo: davvero un alternarsi così veloce di governi, stile prima Repubblica, può garantire la Sicilia e i siciliani? Senza contare quello che accade nell´amministrazione. È di questi giorni il siluramento di alcuni direttori regionali. Bocciati, se abbiamo ben capito, non tanto perché non avevano qualcosa in più dei dirigenti già presenti alla Regione, e già questa sarebbe una notizia, ma per il motivo che non sussistevano i requisiti minimi per la loro nomina. Un partito di opposizione, pur collaborativo, su una cosa così importante, avrebbe già chiuso il discorso. E invece non lo fa, pur continuando a dire che la Regione è bloccata. L´altra parte del partito vorrebbe forse porre fine a questa esperienza. Ma quanto è consistente, oggi, questo pezzo di Pd? E, soprattutto, avrà il coraggio di presentare una mozione di sfiducia a Lombardo? In genere, le spaccature che si verificano nella parte sinistra dello schieramento politico, sono più profonde di quelle che si registrano nella parte destra. Può essere che nel Pdl siciliano torni il sereno. Può quindi accadere che, mentre il Pd cerca di ottenere i titoli richiesti dal Pdl Sicilia per sedersi attorno al tavolo, alla fine i democratici, lacerati, non trovino più ad attenderli i loro interlocutori. Non sarebbe meglio, allora, prospettare un percorso che porti nel giro di un anno a elezioni, sfidando su questo terreno Mpa e Pdl Sicilia? La risposta è che si ricompatterebbe il centrodestra. Tuttavia, a parte il fatto che non si può chiedere di andare al voto solo quando i democratici saranno certi di vincere, questo attendere, di governo in governo, di trovare la giusta miscela, può portare ugualmente allo stesso risultato. E nel modo peggiore. Nell´attesa che il Pd dica, con una sola voce, cosa vuole fare da grande, la cronaca politica recente ci indica una diversa soluzione. Il 19 giugno si è svolta a Roma una manifestazione del Pd contro la finanziaria. Il primo intervento, sulla scuola, è stato dell´insegnante palermitana Mila Spicola, dirigente del partito a Palermo. Parlando di scuole di periferia, di Brancaccio, con un discorso chiaro e forte, ha ottenuto una standing ovation e l´abbraccio commosso del segretario Bersani. Segno che è possibile, dalla Sicilia, citando una delle sue più sperdute periferie, farsi ascoltare e orientare l´agenda del partito a livello nazionale.

giovedì 17 giugno 2010

Politica in Sicilia - 16/18 luglio Seminario a Castelbuono

ASSOCIAZIONE SCUOLA DI FORMAZIONE etico-politica “G. FALCONE”
LA POLITICA IN SICILIA: MODERNITA' O PASSATO REMOTO?
Venerdì 16 – Domenica 18 Luglio
Castelbuono - Locali dell'ex Badia Biblioteca Comunale - Via Roma
Venerdì 16 ore 10,30
Accoglienza e Iscrizioni Presentazione del Seminario – Francesco Palazzo

Ore 11,30/13,30
Il punto di vista del mondo produttivo. La politica regionale dalle parole ai fatti
Moderatore Massimo Accolla
Ivan Lo Bello (Presidente Confindustria Sicilia) - Elio Sanfilippo (Presidente Legacoop Sicilia)

Venerdì 16 ore 17,30/19,30
L'analisi:le difficoltà nel raccontare questa fase politica
Moderatore Augusto Cavadi
Enrico Del Mercato (Caposervizio Politica La Repubblica Sicilia) - Roberto Puglisi (Coordinatore LiveSicilia)
Sabato 17 ore 11/13
Il punto di vista della cittadinanza: i Movimenti Civici per migliorare le città e la regione
Moderatrice Daniela Aquilino
Marcello Capetta (Muovi Palermo) - Liboria Di Baudo (Movimento Per Palermo)

Sabato 17 ore 17/19
La politica regionale vista dagli enti locali
Moderatore Francesco Palazzo
Mario Cicero (Sindaco di Castelbuono) - Santo Inguaggiato (Sindaco di Petralia Sottana)
Domenica 18 ore 11/13
La politica regionale e le scelte dei partiti
Moderatore Pietro Spalla
Giuseppe Lupo - Segretario Regionale del Partito Democratico
Leoluca Orlando – Portavoce Nazionale Italia dei Valori

La politica siciliana vive un momento di grandi incertezze. La maggioranza uscita dalle elezioni regionali del 2008 non c'è più. Al suo posto, nel parlamento regionale, a sostenere il governo, troviamo una compagine eterogenea. Coloro che appoggiano questa svolta affermano che si tratta di un momento positivo della politica regionale, fatto di modernità e di abbandono di logiche del passato. Quanti, invece, la pensano diversamente, sostengono che si è rimasti ancorati al passato, più o meno remoto, e che poco sta cambiando. Nel frattempo il mondo produttivo avanza legittime richieste, i sindaci si trovano a far bilanciare sempre più magri conti e nelle città sorgono movimenti animati dalla voglia di esserci. Abbiamo chiesto una lettura plurale di tutta questa situazione a diversi soggetti che operano in ambiti diversi della vita pubblica siciliana.
NOTE TECNICHE Per la partecipazione al seminario è prevista la quota di € 25. Per un solo giorno o incontro la quota è di 10 €. La somma raccolta servirà a coprire le spese organizzative e di ospitalità per i relatori. Al seminario ci si può iscrivere chiamando i seguenti numeri 3386132301-3384907853-3297337883–3288135673 oppure agli indirizzi di posta elettronica francipalazzo@gmail.com – acavadi@lycos.com – pspalla@neomedia.it
COME ARRIVARE In auto Da Palermo: Autostrade A19 PA-CT, A20 PA-ME, uscita Castelbuono, proseguire su S.S.286 per Km. 12 (Km. 90 -1h CA); S.S. 113 direzione ME fino al bivio per Castelbuono, proseguire su S.S. 286 per Km.14; Da Messina: Autostrada A20 Me-Pa S.S. 113 direzione PA fino al bivio per Castelbuono, proseguire su S.S. 286 per Km. 14 (Km.170) Da Catania: Autostrada A19 CT-PA, uscita Scillato, proseguire su S.P. direzione Collesano, Isnello, Castelbuono (Km.185); Autostrade A19 CT-PA, A20 PA-ME, uscita Castelbuono, proseguire su S.S. 286 per Km.12 (Km 200) In autobusDa Palermo tramite gli autobus di linea si può raggiungere Castelbuono. Per maggiori informazioni consultare AST Tel. 0916208111 E SAIS Tel. 0916166028.In treno Arrivare alla stazione di Cefalù, Per Castelbuono prendere l'autobus che in 30 minuti vi porterà al centro del paese.
DOVE DORMIRE Alberghi:Paradiso delle Madonie - Via Dante Alighieri, 82 – Tel. 0921.676.197; Alle Querce - c/da Mandrazze snc – Tel. 0921 677020 - 338 7170385; Milocca - C.da Piano Castagna - Tel. 0921/671944; Rifugio F. Crispi - C/da Piano Sempria – Tel. 0921/672279 - 368 989 887; Ypsigro Palace Hotel - Via Cefalù 111 - Tel. 0921 676007. Bed & Breakfast: Panorama - Via Isnello s.n.(C.da Madonna del Palmento) – Tel. 0921672071-3383171223-3288952224; Villa Calagioli di Abbate Mario - Via R - C.da Calagioli – Tel. 0921676153 Cell. 3385884421- 3283181593; Abbate - Via Mariano Raimondi,14 – Tel. 0921 676153 cell 3385884421; Villa Letizia di Maria Letizia Fina - Via Isnello s.n. - Tel. 0921/673247 cell.3339083896; La Casa di Isi - C.da Pedagni Aquileia – Tel. 0921679035 – 3201150612; La Tannura di Anna Maria Sferruzza - C/da Pedagni – Tel. 0921 676595 - 333 6955690; Agriturismi: A Rametta - C.da Rametta – Tel. 333.41.29.141 – 333.91.73.950; Azienda agrituristica biologica ortofrutticola Bergi – Tel. 0921/672045; Villa Levante – C/daVignicella – Tel. 0921/671914 Cell 3356394574; Masseria Rocca di Gonato - Contrada Gonato – Tel. 0921 672616 - 0921 676650 – 368481624.DOVE MANGIARERanch San Guglielmo - C.da San Guglielmo – Tel. Cell.338/7593939; Ristorante Donjon - Via Sant'Anna, 42 – Tel. 0921.671.154; Ristorante Ristor bar - Via Vittorio Emanuele, 132; Ristorante Nangalarruni - Via delle Confraternite, 5 – Tel. 0921/671428; Ristorante La Corte del Conte - Via Cefalù, 111 – Tel. 0921.676007; Ristorante La Lanterna - Salita al monumento, 11 – Tel. 0921/671371; Ristorante Palazzaccio - Via Umberto I, 23 – Tel. 0921.676289; Ristorante Hostaria Cycas - Via Di Stefano,9 bis – Tel. 0921/677080; Ristorante La Tavernetta - Via Garibaldi,7 – Tel. 3285790642; Panineria - Bistrot - Via S. Anna,42; Pizzeria - A Rua Fera - Via Roma,71 - Tel. 0921/676723; Pizzeria La Pergola - C/da Vinzeria – Tel. 0921/676047; Pizzeria Al Castello – P.zza Castello - Tel. 0921.673664; Pizzeria Vecchio Palmento - Via Failla, 2 – 0921/672099; Pizzeria Antico Baglio - P.zza Schicchi, 3 – Tel. 0921.679512; Romitaggio S.Guglielmo - C.da S. Guglielmo – Tel. 0921/671323; Pizzeria Quattru Cannola - C.so Umberto I, 40 – Tel. 0921.679.028; Pizzeria U Trappitu - Via S. Anna – Tel. 0921/671764; Pizzeria S. Paolo - Piazza S. Paolo

martedì 8 giugno 2010

Munnizza a Palermo, cinque minuti e poi....

LA REPUBBLICA PALERMO - MARTEDÌ 08 GIUGNO 2010
Pagina XVII
IMMONDIZIA A PALERMO EMERGENZA SENZA COLPEVOLI
Francesco Palazzo

Quella signorina della campagna pubblicitaria della raccolta differenziata a Palermo aveva il volto rassicurante: «Cinque minuti al giorno e la mia città è più pulita». Perché no? Anche dieci, non c´è problema. E in effetti, nella zona residenziale che sinora ha riguardato i due step attivati, immondizia in giro non se ne vede più. Nel resto della città i roghi di cassonetti ormai non fanno più cronaca. Nella parte di Palermo baciata dalla fortuna, si vede ogni tanto qualche cumuletto, per non perdere l´abitudine. La domanda, magari, è dove vanno a finire tutto l´indifferenziato, la carta, l´umido, il vetro e il riciclabile che come bei soldatini conferiamo nei nostri sorridenti contenitori. Ma al quesito è ancora presto per rispondere. Ciò che dobbiamo rilevare, alla luce delle drammatiche notizie che giungono circa la capienza di Bellolampo, è che la campagna dei cinque minuti, che ricorda tanto una canzone degli anni Sessanta, copriva, come un bel vestito nuovo, una situazione al limite dell´incredibile. Chi dovrebbe farci capire qualcosa, sostiene tesi diverse. Da una parte abbiamo appreso che da agosto saremo la nuova Napoli, dall´altra ci informano che non è vero niente. Ci sarebbero altri due anni per dormire sonni tranquilli. Si mettano d´accordo. E poi ci dicano, con calma. Da qui ad agosto, tanto, c´è un´eternità. Perché, siccome l´immondizia non è spirito o filosofia teoretica, non si può sostenere che la quinta vasca di Bellolampo può contenere 700 mila o 145 mila tonnellate di rifiuti. Delle due l´una. Oppure una via di mezzo. Che so, ci si potrebbe fermare a trecentomila, così non fa brutta figura nessuno. In realtà, c´è da fare poca ironia. E sin qui siamo ai tecnici. Spostiamoci sul fronte politico. Alla Regione sono sicuri che sui termovalorizzatori la mafia vuole mettere le mani. Una notizia sconvolgente. Sino a oggi sospettavamo che si occupasse soltanto di popcorn. Al Comune affermano che è invece sulle discariche che la mafia dirige i propri interessi rapaci. Anche in questo caso si tratta di notizia riservata e davvero inaspettata. La politica regionale, se avevamo ben capito, aveva abbandonato la costruzione dei termovalorizzatori. A tutta dritta, senza se e senza ma, sulle discariche e la differenziata. Ora, invece, si parla di tempi brevi, brevissimi, per la costruzione del termovalorizzatore palermitano. Lo sappiamo tutti, del resto. Per costruirlo e metterlo in funzione ci vogliono poche settimane, i più bravi ci mettono qualche giorno, nella Sicilia autonomista non ci vorranno che poche ore. Manco il tempo di assaporare una di quelle belle riforme di cui tutti andiamo fieri, ma mai quanto il Pd, che già giunge il contrordine. Si decidano e ci facciano sapere. Senza che però si sentano pressati. Tanto ad agosto mancano circa cinque milioni di secondi, un tempo infinito. Che dire, infine, dei governanti cittadini? Di quelli che dovevano amministrare la quotidianità ed evitare i disastri sin troppo annunciati? Con voce ferma ci avevano fatto sapere, prima che si muovesse la magistratura, che adesso, sul fronte rifiuti, vogliono i risultati. Questa sì che è una novità. Quando ho sentito questa frase, poiché sono naturalmente portato ai sensi di colpa, in un attimo ho ripercorso tutta la mia vita degli ultimi anni. Per capire dove posso aver sbagliato e perché non ho dato, nonostante il mio impegno, i risultati sperati. Eppure il centrodestra governa Palermo da dieci lunghissimi anni. E adesso chiede conto e ragione non si sa a chi. Coloro che dovevano operare e vigilare sul fronte rifiuti, in quanto vincitori per due volte di libere elezioni, ora pretendono da qualche ignota entità che la città sia pulita e la discarica non presenti problemi. Le cose improvvisamente si capovolgono. Colpo di scena. Ora si tratterà di andare in giro, novelle ronde sicule della munnizza, per cercare e scovare i colpevoli di tutto ciò. Non ci vorrà molto tempo. Basteranno cinque minuti.