giovedì 6 agosto 2015

Sicilia: trazzera Borbonica e dintorni.

La Repubblica Palermo 
6 Agosto 2015 - Pag. I

Non basta la trazzera a fare uscire la Sicilia dal tunnel

Francesco Palazzo

La politica siciliana, al momento, gira attorno ai lavori realizzati su una trazzera regia. Che farà risparmiare qualcosa in termini di tempo (sedici minuti ha documentato Repubblica) dopo il cedimento del viadotto Himera, avvenuto nel mese di aprile. Questo è un fatto. Sul breve tratto di strada inaugurato e voluto dai grillini si è già detto, in rete e sui giornali, praticamente di tutto. Dagli elogi più sperticati alle critiche più severe. Due aspetti coniugati sempre all’insegna dell’esagerazione, che noi siculi mai ci facciamo mancare. Difficile stabilire, per uno che non ne capisce un’acca su tale argomento, qualcosa sui vari aspetti tecnici che sono stati sollevati, pro e contro, dagli esperti del settore. Ma non è questo il nostro compito. Dobbiamo soltanto prendere atto che quattordici deputati siciliani, non gravando sulle casse pubbliche, ma piuttosto mettendo mano ai portafogli privati, hanno permesso la realizzazione, in tempi rapidissimi, di un pezzo di strada. Questo è un fatto, e prescinde dalle varie, e pur significative e accreditate, opinioni sull’opera realizzata. E’ la prima volta che accade in Sicilia una cosa del genere. Cioè che dei rappresentanti del popolo utilizzino parte dei loro emolumenti per fare qualcosa. C’è un’altra prima volta che proviene dal parlamento siciliano, un deputato, Fabrizio Ferrandelli, si è dimesso perché crede che ormai la legislatura sia alla frutta, rinunciando allo stipendio da parlamentare, che non è proprio da fame, per i restanti due anni abbondanti che mancano alla fine del mandato quinquennale. Ed anche questo è un fatto, sul quale si possono esprimere tutte le valutazioni di questo mondo, ma ciò non sposta di una virgola l’inedito gesto del giovane deputato democratico. Che ha inaugurato un percorso politico chiamando in causa i coraggiosi che vogliono lavorare per una nuova Sicilia. Come mettere insieme i due aspetti, ricordando che lo SVIMEZ, ed anche questo è un fatto, ha impietosamente descritto la situazione drammatica in cui si trova tutto il mezzogiorno, Sicilia ovviamente, e per prima, compresa? Può una trazzera regia smuovere di un solo millimetro la pesante situazione sociale ed economica siciliana? Arduo dare una risposta positiva. Lo sanno per primi i grillini. Ai giovani con lauree e specializzazioni in tasca, la cui formazione c’è costata e ci costa un patrimonio, che vanno via per trovare il giusto riconoscimento ai loro meriti, visto che da noi il merito viene in coda a tutto, servirebbero velocità, tessuti sociali, umani e politici d’eccellenza, che riconoscano e utilizzino i loro saperi. A loro la trazzera proveniente dai Borboni serve a ben poco. Forse può fare vincere le prossime elezioni, ma serve tutt’altro per fornire alle giovani generazioni quanto serve per sovvertire le sorti, a oggi nere, di questa terra. E quest’altro ancora non si vede o non si ha la forza della normalità per metterlo in campo. E qui torniamo alle dimissioni di Ferrandelli, che vanno apprezzate perché parlano il linguaggio della sincerità e rinunciano a una posizione personale di grande rilievo qual è quella di parlamentare regionale. Lui adesso chiama a raccolta i coraggiosi per elaborare delle azioni coraggiose per cambiare la Sicilia. Può essere che riesca nel suo intento. Ma quello di cui la Sicilia, i giovani e le giovani siciliani soprattutto, avrebbe innanzitutto bisogno è una “noiosa e duratura normalità amministrativa”, che ci allinei con le regioni più avanzate del paese, che crei lavoro, che dia la possibilità ai cervelli di rimanere. Che provi a sovvertire le nere constatazioni degli istituti di ricerca. Di questo abbiamo bisogno. Troveremo anche il coraggio di percorrere la ormai celebre e utile trazzera. Che per il momento serve a qualcosa, non c’è dubbio. Per domani e per il futuro di questa terra, per i ragazzi che crescono, per i lavoratori che cercano o perdono il lavoro, servirà tutt’altro che una strada stretta.

1 commento: