giovedì 7 aprile 2016

ZTL a Palermo. Qualche proposta dopo la botta.

La Repubblica Palermo
6 aprile 2016

Il divieto e il rischio dell'effetto calamita
Francesco Palazzo
Sulle Ztl palermitane, a prescindere dai problemi sulle modalità di pagamento, rispetto alle quali non si capisce come si potrà ovviare in otto giorni (dal 7 al 14 aprile), ammesso che il Tar sia in «sinergia » con il Comune nel giorno del giudizio, si può avanzare un’ipotesi che cercheremo di dimostrare. La vasta area interessata può determinare una specie di effetto calamita. Abbiamo già detto che questa Ztl palermitana è differente in un punto fondamentale rispetto a quelle conosciute, pagando un abbonamento annuale, un semplice cittadino non appartenente a particolari categorie, può accedere indisturbato da non residente. Questo è il discrimine tra ciò che si può chiamare Ztl e ciò che si deve nominare necessariamente in un altro modo. E ciò fa del messaggio che il comune vorrebbe inviare, ossia meno inquinamento, un qualcosa di profondamente diverso. Cominciamo dal numero di auto che comunque non potranno entrare. A questa quantità vanno tolti i mezzi che appartengono ai residenti abitanti dentro il grande perimetro. Che sono messi con le spalle al muro. Anche se non prendono le macchine, tenendole posteggiate e dunque per nulla minacciose per i livelli di smog, devono pagare l’obolo annuale, novanta euro. Molti residenti se la sono pensata. Giungendo alla conclusione che, visto che devono pagare, l’auto la utilizzeranno sempre. Anche se magari in genere molti di loro preferirebbero, anche per scelte ambientaliste, servirsi dei mezzi pubblici. Invece di fare muro contro muro, mostrando che il vero problema è fare cassa, si poteva, e si potrebbe ancora, optare per un sistema misto per i residenti. Dando loro la possibilità di pagare la quota annuale, se vogliono, oppure di non pagare e lasciare la macchina ferma nelle ore proibite o al massimo usufruire di permessi giornalieri al bisogno. Insomma, a quest’ampia fascia di abitanti palermitani il messaggio che si manda vira più sull’istigazione a prendere, compulsivamente e quasi per dispetto, l’auto, che verso il convincimento a non prenderla senza pagare nulla. Anche per i non residenti, il dispaccio dell’amministrazione, che li vorrebbe tutti paganti, giunge forte e chiaro. A tutti, anche a coloro che al centro non ci vanno quasi mai e che, pagando, si sentirebbero nel diritto di fare ripetuti giri di giostra da abbonati con il posto in prima fila. Anche in questo caso, per fare le cose senza radicalismi e singolarità rispetto a quanto avviene nelle altre metropoli, si poteva, e si può, eliminare la quota annuale e consentire, sempre con i cento euro, un certo numero d’ingressi, mettiamo venti, da spendere in un anno. Dopo si inizia a pagare ad accesso. Se si vuole dissuadere davvero e non invitare a fare giri di giostra. Per chi nello sterminato ring lavora, fa impresa, ha studi professionali occorre trovare delle soluzioni che non pregiudichino un’economia che già non gira a mille. Fa male l’amministrazione a liquidare questo problema con un’alzata di spalle. Vanno potenziati i mezzi pubblici che convergono verso le zone a traffico limitato. A meno che, ma sarebbe una scelta da suicidio, non si ritengano già sufficienti i percorsi dei tram che portano dritti a due centri commerciali. Ora, sia che il Tar faccia passare o che blocchi, c’è il tempo di tornare a logiche più ragionevoli, se davvero si ha a cuore l’aria che respiriamo. Se invece il solo problema è fare incasso facile, tacciando per giunta i palermitani di essere duri ai cambiamenti, si prosegua nella strada intrapresa. In questo caso, però, potrebbero essere i palermitani a dare ai governanti una lezione di maturità. E la cosa stava già avvenendo prima del blocco dei pagamenti. Come leggere, infatti, l’enorme divario tra coloro, pochi, che stavano pagando, quasi sempre perché obbligati, e i tantissimi, la stragrande maggioranza, che hanno deciso di accettare la sfida di un’aria più pulita e perciò non pagando stavano, stanno, utilizzando questo provvedimento come una vera e seria Ztl? Insomma. Per chi suona la campana? Per gli amministratori, che si sentono moderni, o per gli amministrati, che si vorrebbero antichi e resistenti?

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