giovedì 16 agosto 2018

I rom: l'integrazione, il campo nella zona residenziale e i nostri veri nemici.

La Repubblica Palermo
15 agosto 2018
Le urla anti-rom e i nemici di Palermo 
Francesco Palazzo


Sulla vicenda della rivolta anti-rom abbiamo letto nei giorni scorsi su questo giornale tutto ciò che occorre sapere. Emanuele Lauria ha fatto un esaustivo panorama delle posizioni politiche che sbarrano la strada. La politica dovrebbe, in teoria, fare da guida, portando ragionevolezza e lucidità dove tali dimensioni scarseggiano. E ci riferiamo non solo alle destre in campo, ma pure al mutismo delle sinistre, su cui opportunamente si è soffermato Fabrizio Lentini in un suo editoriale. Ma da un altro resoconto di Claudia Brunetto, a proposito di un altro pezzo della cosiddetta società civile palermitana, abbiamo appreso, tenetevi forte, che in questi anni una decina di famiglie rom, pure queste come le attuali, iscritte nella lista dell’emergenza abitativa, sono state dislocate in quartieri diversi della città. Che è la soluzione che l’amministratore cittadina sta prediligendo per non creare ghetti, sempre in alloggi confiscati nella disponibilità del Comune. Senza che ciò abbia provocato guerriglie, sbandieramenti del tricolore o altro. Abbiamo letto le testimonianze di famiglie, da via Perpignano a corso Calatafimi e a via Ammiraglio Rizzo. Tutte vanno nella stessa direzione. A certe condizioni si può fare, la convivenza e l’integrazione sono possibili. Un altro aspetto va rilevato. Abbiamo sentito la frase: « Portateli nei quartieri altolocati, a casa vostra, nelle zone bene». La notizia, non esattamente uno scoop, è che ciò accade da trent’anni, essendo il campo rom adiacente, diciamo attaccato, alla zona residenziale della città. A poche centinaia di metri dal viale della Libertà, il salotto di Palermo, e dalla Statua, che rappresenta l’ombelico del capoluogo. Ebbene, non si ricordano particolari o ripetuti atti criminali commessi da queste persone nei confronti dei residenti. Invece, per capire chi sono sempre stati, e continuano a essere, i veri nemici di Palermo e della Sicilia, un muro alto contro il quale ci piacerebbe che queste forze politiche ora impegnate come un sol uomo contro i rom, dirigessero le loro parole e azioni, rammentiamo che qualche giorno fa, il 6 agosto, a ridosso del campo rom della Favorita, in viale Croce rossa, abbiamo celebrato il trentatreesimo anniversario dell’esecuzione per mano mafiosa del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia.Efferatezza, non la sola purtroppo in quegli anni, ma in questo caso vogliamo solo sottolineare la vicinanza del luogo dell’eccidio al campo rom, pensata e compiuta da menti e mani palermitanissime e sicilianissime. Tanto per rinfrescare la memoria. Se quest’ultima ha, citando il titolo di un libro di Leonardo Sciascia, un futuro. 

Nessun commento:

Posta un commento