domenica 19 agosto 2018

Rita Borsellino e le tante donne che ci indicano strade da percorrere. Facciamo spazio.

La Repubblica Palermo 
18 agosto 2018
Rita e le altre, il mondo affidato alle donne
Francesco Palazzo


Due donne palermitane, molto conosciute e apprezzate in ambiti diversi ma non del tutto distanti, per utilizzare il nome della rubrica di questo giornale che traccia profili di persone comuni che lasciando questo mondo depositano ricordi particolari, se ne sono andate in questa estate. A giugno è toccato a Rosanna Pirajno. Valente urbanista e ambientalista, con una forte visione comunitaria e politica, che si fiondava, col sorriso sulle labbra e la disponibilità al dialogo, in tutte le occasioni dove vi fosse da difendere o programmare, senza settarismi, il bello e il nuovo. A ferragosto è andata via Rita Borsellino, della quale in una chiesa gremita e composta si sono svolte ieri le esequie. Una nipote, intervenendo per un ricordo alla fine della celebrazione, l’ha definitacorna dure, ossia una persona perseverante, che realizzava ciò che si proponeva. Dalla strage di Via D’Amelio, dove trovò la morte il fratello Paolo, uscendo fuori dalla sua riservata e timida storia personale, ha rappresentato, per più di venticinque anni, da un lato un’antimafia concreta, pulita e libera da quegli interessi opachi, che negli ultimi tempi l’hanno abbastanza azzoppata a diversi livelli; dall’altro, a un certo punto, una prospettiva politica, non di mera testimonianza, ma trascinante consenso, potenzialmente di svolta per l’isola. Due storie al femminile particolari queste descritte sinteticamente, del resto abbastanza conosciute per soffermarci su altri dettagli. Altre, del passato lontano e recente, potremmo portare alla nostra memoria. Partendo da queste due figure, d’altra parte, vorremmo fare, se ci riusciamo, un ragionamento più ampio.Dicendo, intanto, che ciascuno, guardandosi in giro, potrebbe citarne altre, tante altre, di donne che quotidianamente portano avanti in modo eccellente le loro vite. Nelle quali è possibile, al pari delle due esperienze citate, leggere un percorso che può riguardarci se ci pensiamo un attimo. Palermo, la Sicilia, il nostro paese si possono salvare facendo leva su alcune dimensioni esistenziali, private e pubbliche che molte donne ci rimandano. La bellezza, intesa non come slogan generico ma veramente praticata pure nei luoghi distanti dai fari delle telecamere, perché per loro il bello va curato nel particolare, in ciascun ambito, anche quello più nascosto.L’impegno non retorico o falso contro la mafia, ed è chiaro che se Cosa nostra campa da più di 150 anni ci sono state in giro molta retorica e falsità, spesso veicolate da uomini. La politica interpretata come servizio e non esercizio di potere, spartizione di prebende e cattiva, o distratta, gestione della cosa pubblica. E poi l’accoglienza. E qui possiamo riferirci, ad esempio, alla vicenda di una giovane donna, Agnese Ciulla, assessore alle attività sociali del comune di Palermo nella passata legislatura, distintasi nell’accoglienza ai migranti, soprattutto minori non accompagnati. Sulla sua vicenda sono cominciate ad inizio estate le riprese di una fiction che vedremo su Rai 1. Se quanto scritto sopra ci convince, dovremmo trarre il convincimento, secondo me, che una via d’uscita per le nostre comunità risieda nelle biografie, passate o presenti, di tante nostre compagne di viaggio. Sia che di loro se ne occupino i media, sia che operino in silenzio, ma non con meno energia e determinazione, negli ambiti più disparati. Possono portare le diverse divise delle forze dell’ordine, quelle del personale sanitario, talvolta operante con eroica abnegazione, oppure vestire i panni delle insegnanti, delle operatrici sociali, ma anche, perché no, delle madri di famiglia. In Sicilia, più che altrove, è sicuramente più difficile che emergano. Al momento, non solo da noi per la verità, i ruoli apicali della politica, della dirigenza in generale sono occupati quasi esclusivamente dal genere maschile. Ma non è difficile individuarle, le abbiamo accanto, condividono le nostre vite. Le donne, alcune come quelle citate o altre note lo hanno saputo fare e lo fanno solo in maniera più evidente, hanno tutte, o quasi, questa chiara capacità di rendere migliori i rapporti interpersonali e collettivi. Facciamo spazio noi maschietti, dalle nostre famiglie agli scranni istituzionali e professionali, a queste preziose sensibilità e capacità. Facciamolo in nome di Rosanna e Rita, che non ci sono più fisicamente, ma soprattutto delle tante che incrociamo in tutti i giorni delle nostre vite.

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